Un farmaco generico, secondo una semplice definizione, non è nient’altro che l’imitazione di un prodotto originale, privo di copertura brevettuale.
Quando un nuovo farmaco viene studiato e messo sul mercato, esso gode di un brevetto che mette al riparo l’azienda farmaceutica da coloro che potrebbero “copiare” l’idea e commercializzarla senza dover sostenere gli a fosse interessato a quello specifico medicinale (anche la stessa azienda produttrice dell’originale), può decidere di iniziare a produrlo e venderlo.
A due condizioni: il nome del farmaco non può essere quello inventato dal produttore originario (es. Valium), ma deve riportare il principio attivo che lo distingue (es. Diazepam), seguito dal nome del nuovo produttore. In più, dato interessante per i consumatori, esso deve essere venduto ad un prezzo inferiore rispetto al farmaco “copiato”.
Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti i farmaci generici sono medicinali bioequivalenti alle specialità da cui derivano e quindi perfettamente interscambiabili.
Ma possiamo davvero fidarci del fatto che il farmaco generico che compriamo sia effettivamente uguale al suo originale? Non c’è dubbio su questo!
I farmaci non brevettati, infatti, devono essere sottoposti a molteplici controlli che ne autorizzano il commercio da parte del Ministero della Sanità. I requisiti che devono possedere sono vari: 1) devono innanzitutto contenere la stessa quantità e qualità di principi attivi. 2) devono essere bioequivalenti, cioè uguali per assorbimento, livelli ematici, permanenza in circolo ed eliminazione. 3) devono avere identica efficacia clinica. 4) come abbiamo già detto, essere venduti con nome differente e ad un prezzo ridotto. 5) devono naturalmente superare gli stessi controlli a cui viene sottoposto ogni farmaco perché ne sia autorizzata l’immissione sul mercato.
In conclusione, quindi, non c’è alcun motivo per cui non si debba scegliere di curarsi con un farmaco generico: il vantaggio sta nella possibilità di curarsi con i principi attivi che il nostro medico ritiene più efficaci, ma ad un prezzo assai ridotto! Nel caso stiate dubitando della sicurezza di questi prodotti a causa del loro prezzo minore, dovete sapere a cosa è dovuto questo “sconto”.
La vita di un farmaco (nuovo), o meglio la sua nascita, non è affatto cosa breve! I tempi di scoperta e messa a punto del prodotto, le sue innumerevoli sperimentazioni legate all’efficacia e agli effetti collaterali che può provocare, lo studio della forma in cui deve essere somministrato, le procedure di registrazione presso il sistema sanitario, e infine le fasi della sua vendita vera e propria sul mercato farmaceutico. Ebbene, tutto questo richiede in media 10-12 anni.
Questi anni producono costi altissimi da sostenere, che non vengono certo ripagati con i primi anni di vendita del nuovo medicinale. Gli utili, per un azienda farmaceutica arrivano più tardi.
Al contrario, il produttore che, scaduto il brevetto del farmaco che gli interessa, decide di copiarne le caratteristiche e venderlo sotto altro nome, non avrà da ripagarsi gli enormi costi di produzione perché usufruirà delle sperimentazioni fatte dal produttore originale. Motivo per cui il prezzo al pubblico del suo farmaco deve essere sensibilmente ridotto.
Insomma… la prossima volta che vi rivolgerete ad un medico o ad un farmacista, fatevi consigliare la terapia più efficace… ma anche la sua alternativa più economica. In tutta sicurezza 😉